
Ed. ILMIOLIBRO, 2021
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Una giornata al mare delle famiglie
con genitori miei coetanei,
bambini che naturalmente
non stanno fermi.
Qualche cane. Belle cosce.
Una moglie giovane carezza l’anca
al marito villoso.
Io leggo Queneau.
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Piove
e io faccio cadere queste frasi sciroccate
su una coscienza bianca di foglio.
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Ferite tostate come fiori da mangiare,
sorprese contenute da rivoltanti involtini,
a primavera iniziata, nell’incerto atmosferico tempo.
Quel che gira nella vita è la pretesa di non muoversi
poi il disastroso proteggere sé stessi
dalle intemperie di sé stessi,
come un camminar accostato lungo le case degli altri,
in cerca di quella che sembra difficile
abitare.
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Non c’è mucca che allatti e che uccida,
né musica che batta o mossa che ottenga,
non equilibrio che duri o amico che resista.
Sei lo scandalo del mio cuore,
amore che primitivizza,
rosa che aggredisce le narici timide,
neve sconosciuta che copre
la notte lenta.
***
Odio questa scrittura da ossa rotte,
le bili che si scontrano,
questo mio frattagliarmi.
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Due sborrate, due visioni.
Prima di dormire, appena sveglio.
Religiosamente quasi.
Lavoro schizofrenico.
Pseudo-dormita.
Lavatrice.
Che vita!
In questo pomeriggio da stagione implosa,
faccio esattamente ciò che farebbe
un eremita.
NOTA IN CALCE
“Eravamo venuti per pulire la cisterna.
Abbiamo visto che non c’era nessuno
e ce ne siamo andati.
La faremo un altro giorno?
In fede.”
Salvatore D.